L’Araba fenice, è un uccello mitologico famoso per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte.
L’Araba Fenice, è un uccello che passava il giorno nei pressi di uno specchio d’acqua, in un’oasi del deserto d’Arabia. Di tanto in tanto faceva visita ad Heliopolis, la città del sole.
Dopo aver vissuto 500 anni, la Fenice, sentendo sopraggiungere la sua morte, si ritirava in un luogo appartato e costruiva un nido sulla cima di una quercia o di una palma.
Qui accatastava pregiate piante balsamiche, con le quali intrecciava un nido a forma di uovo. Infine vi si adagiava, lasciava che i raggi del sole l’incendiassero, e si lasciava consumare dalle sue stesse fiamme, mentre cantava una canzone di rara bellezza.
La cannella, l’incenso, il legno di cedro e la mirra, mentre bruciavano, emanavano un gradevole profumo. Dal cumulo di cenere emergeva un uovo, che i raggi solari facevano crescere velocemente e lo trasformavano nella nuova Fenice in soli tre giorni.
La Fenice, rinata dalle sue ceneri, volava di nuovo ad Heliopolis, andando a posarsi sull’albero sacro.
Con un occhietto solo e malato di leucemia, sono proprio le creature malate che hanno bisogno di aiuto.
Ragù era una timida creatura indifesa, dolce e fragile, ha combattuto finché ha potuto.
Ora è in pace, e il ponte gli ha restituito quello che la vita gli ha tolto.
L’occhietto mancante, la salute e la forza. Ciao piccolo Ragù.
Ti voglio bene.
Eri unico ed irripetibile, eri il terremoto fatto gatto, eri un guascone combinaguai, un discolo matricolato, un chiodo della mia bara.
Riempivi la casa, era impossibile non sorridere davanti al tuo musino furbo e birichino. Ne sapevi una più del diavolo.
E il tuo coraggio e la tua forza da guerriero ti hanno accompagnato fino alla fine.
Ti sei addormentato di mattina presto, senza soffrire.
Ti amo tanto Sansone, sei con me anche così, da lontano.
Un bacio dalla tua mamma.
Ha vissuto bene per 7 anni.
Ora è sul ponte e corre, corre forte e felice, come in vita non ha mai potuto fare.
Ciao Trillina dolce.
La tua mamma.